lunedì 11 marzo 2013

Il calibro della frutta

Una riflessione durante il corso universitario.
 
Parlavamo di standardizzazione, cioè rendere alcune qualità di certi prodotti standard, omogenei. Con prodotti simili le aziende di trasformazione possono utilizzare meglio i macchinari.

Un esempio e spunto di riflessione fu il calibro della frutta. Se lo spremi agrumi ha una certa dimensione avrebbe difficoltà a spremere frutti con dimensioni differenti.
 
In breve allora i contadini vogliono vendere la propria frutta alle aziende di trasformazioni.
Queste hanno macchinari che funzionano con certe dimensioni della frutta, o meglio con determinati calibri.
Allora il contadino dovrà produrre frutta della stessa dimensione. Ma la raccolta non dà sempre frutti uguali.
Allora i contadini potranno vendere solo la frutta di una certa dimensione.
Questà non è la riflessione bensì una realtà.
 
Oggi giorno però un contadino può operare tramite associazioni, cooperative e saltare tutte le aziende della filiera di trasformazione e distribuzione potendo vendere direttamente al consumatore.
Questa è il canale KM0.
 
Allora alcuni potrebbero avanzare come appunto che la marmellata non può essere venduta da un contadino. Cosa non sempre vera. Ma comunque potremmo imparare a fare la marmellata e altri derivati della frutta alla vecchia maniera. Non dico di comprarvi una macchina per fare le marmellate, le spremute o le passate ma basterebbero dei mortai, dei spremiagrumi manuali.
 
Così potremmi gustare frutta fresca, il contadino riuscirebbe a vendere tutta la sua frutta, noi potremmo risparmiare sulla spesa e ritornare alle vecchie e sane abitudini.
Immagino che alcuni possano intervenire con frasi:
oggi giorno non c'è tempo per fare certe cose - eppure tutti hanno tempo per usare internet in modo frivolo;
la frutta non è più quella di una volta - la colpa è nostra che vogliamo prodotti come marmellate e derivate della frutta, magari senza pagare molto, ciò ha portato alla standardizzazione della frutta per le aziende della filiera e così i contadini si sono sentiti obbligati a sacrificare la qualità per la omogeinizzazione delle coltivazioni.
IO vi consiglio di rifletterci

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